Titolo: Manda un messaggio quando arrivi
Autore: Sergio Trapasso e Sara Boschetti
Pagine: 342 – Prezzo: 12,75 euro
Casa editrice: La Caravella Editrice
Keywords: amicizia, sentimenti, quotidianità
Erika è una giovane donna affermata. Soddisfatta del proprio lavoro, bella e apparentemente sicura di sè. Loris è un uomo con l’animo da adolescente. Gestisce la propria attività, il mercoledì ha l’allenamento di calcetto e il weekend le belle donne si mettono in la per lui. Vive con leggerezza ma i suoi pensieri hanno tutt’altro peso. La necessità di un cambiamento, un trasferimento, la distanza. È così che un viaggio trova la propria trasposizione nella vita di due persone che sembrano muoversi su binari paralleli, allungando le mani per sfiorarsi di tanto in tanto. Senza sbilanciarsi mai troppo.
“Manda un messaggio quando arrivi”. Cos’è questa frase? Una speranza, una richiesta, una premura? Non solo. E’ anche il titolo di un libro; un libro che è capitato nel momento in cui avevo bisogno di una storia che riuscisse a coinvolgermi completamente… Desiderio realizzato: mi ha conquistata!
Erika e Loris sono amici, entrambi attraenti, ambiziosi e realizzati. Apparentemente Loris sembra più propenso a vivere con leggerezza, mentre Erika appare un po’ più rigida – probabilmente a causa della sua infanzia, segnata dal difficile rapporto con la madre e dalla morte improvvisa del padre.
Lui è fatto così, un eterno Peter Pan che ama godersi la vita come se ogni giorno fosse l’ultimo. L’esatto opposto di come sono io. Forse è proprio per questo che siamo diventati fin da subito amici, anche se a dire il vero non ho mai creduto che un uomo e una donna possano esserlo davvero.
Entrambi abitano e lavorano a Rimini e vivono serenamente fino a quando Erika dà la notizia a Loris: dovrà trasferirsi a Roma per lavoro. Da questo momento il rapporto tra i due cambia non poco. Erika infatti non capisce come Loris possa accettare questo cambiamento senza dire nulla, senza avere dei dubbi sull’evoluzione della loro amicizia. Ma ciò che Erika non sa, è che Loris ha forse più paura di lei, ma cerca di essere forte per entrambi. Il trasferimento metterà a dura prova la loro relazione ma la vera distanza sarà più quella emotiva, rispetto a quella effettivamente geografica, visto che non mancheranno le occasioni per ricongiungersi.
Potrebbe aver in mente di rovesciare la sorpresa. Come diceva il proverbio? “Se la montagna non va da Maometto…” No. “Se Maometto non va alla montagna, la montagna viene da Maometto”. Mi pare insensato ma quindi per analogia, visto che non vado a Roma, Erika porterà Roma da me. Mi sembra logico, sì. Logico. Ma logisticamente no. Se tutte le strade portano a Roma e Roma me la trovo sotto casa, sai che traffico?
I capitoli di Erika si alternano a quelli di Loris permettendo al lettore di capire i punti di vista di entrambi. I pensieri e le riflessioni dei due amici vengono fatti risaltare dalla narrazione in prima persona, cosa che permette una maggiore empatia con i personaggi. Mentre i capitoli di Erika sono più pratici e descrittivi, quelli di Loris sono più riflessivi e astratti, ricchi di figure retoriche che caratterizzano la narrazione. Sono stati inseriti alcuni capitoli che esulano dalla narrazione principale – che credo possano essere dei flussi di coscienza dei protagonisti – dal significato profondo e non interpretabile ad una prima occhiata.
Nel frattempo, come nei cartoni animati, nella mia testa si svolge la seguente scenetta: a un tavolo rotondo ci sono tutti gli esponenti del mio carattere che discutono della situazione. Il Signor Intuito suggerisce che c’è qualcosa che non va. Il Generale Coscienza sbatte i pugni sul tavolo urlando al commilitone Cultura di recuperagli il fascicolo dei fusi orari. Il Responsabile del Menefreghismo fa spallucce e dice «in qualche modo recuperiamo».
Ogni pagina è una sorpresa: non hai tempo di abituarti all’idea che sia un libro bellissimo che il capitolo dopo ti offre un altro valido motivo per confermarlo. Non si tratta di colpi di scena, di avvenimenti eclatanti, ma di un quotidianità ben scritta e ricca di sentimenti, che dà vita così ad una storia veritiera e umile. Il buon ritmo e l’alternarsi di due stili di scrittura differenti rende la lettura piacevole e interessante.
Non ci arriva. Non ci può arrivare perché gli uomini hanno due cervelli che urlano come due politici a Porta a Porta. Proprio in mezzo c’è il cuore che al pari di Bruno Vespa gli tocca star zitto fino a quando entrambi si calmano e allora si può iniziare a parlare di emozioni. Il cuore è il cervello che ragiona di più».
La cosa che mi ha entusiasmata maggiormente è proprio la naturalezza della storia e questo è dovuto al fatto che i due autori non l’hanno programmata. Gli incipit lasciati da Sergio e da Sara nei rispettivi capitoli permettono all’altro di proseguire la narrazione partendo da una situazione assodata che però si evolve in base all’ispirazione dell’altro. Un po’ come nella vita, nella quale non si ha mai la certezza di cosa può succedere e delle scelte che potranno fare gli altri.
Ma l’amore dovrebbe aiutare proprio a superare tutto per stare insieme. O è stare insieme che alimenta l’amore? Se l’amore non fosse il sentimento così tanto buono e positivo che si crede ma un mostro parassita che attacca e si attacca a due persone per poi cibarsi dell’energia e della passione che provano fino a quando non si trovano vecchi, stanchi e disillusi? Innamoramento e Amore. L’ordine cronologico dovrebbe essere questo. Ma sarebbe bello se invece la prima fosse propedeutica alla seconda. Prima ami. Poi t’innamori. Tutto sarebbe più sicuro, con più garanzie e probabilmente più divertente ed eccitante.
Manda un messaggio quando arrivi è stata una piacevole scoperta. E’ un libro delicato, frizzante e intenso. Affronta una tematica importante: l’amicizia tra uomo e donna; un’amicizia a detta di alcuni, impossibile e a detta di altri la migliore. Dopo aver letto questo libro credo di condividere la seconda opzione. E voi? Da che parte state?